LA STORIA

Gragnanella, a 498 metri di altezza, ha una posizione assai piacevole, poggiandosi alle ultime pendici del monte Sombra. Il suo territorio è fertile e bagnato alle falde del Serchio. Ha un assetto molto raccolto, con le case fittamente addossate alla chiesa, situata al centro del paese. Oggi abbiamo raggiunto il numero di circa 200 abitanti… un po’ di differenza in confronto ai 180 abitanti del 1600 e ai 157 del 1832. Ho fatto un salto indietro nel passato perchè voglio parlarvi della nascita del nostro paese, partendo proprio dal ‘500, il periodo della sua fondazione per opera dei Bizantini, ma anche della costruzione di fortificazioni per difendersi dagli attacchi dei Longobardi. Infatti, ancora oggi, possiamo notare la forma di roccaforte chiusa e ben difendibile.

Il primo documento storico che attesta un insediamento abitativo in Gragnanella risale al ‘952, ma ci parla, inizialmente di una certa “Gragnana” e in seguito di una “Gragnanella superiore”, quindi questo fa ipotizzare che ci può essere stato uno spostamento dell’abitato. Fino al XIV secolo non si conosceva niente di certo sulla politica del paese, ma poi esso comincia a comparire tra i comuni della Vicaria di Castiglione, Vicaria della Repubblica di Lucca. Ed è proprio per questo che in alcuni testi si parla di Gragnanella come comune, ma comune di una sola Vicaria. Chiaramente non è paragonabile ai comuni moderni provvisti di un’amministrazione interna.

Nel XV secolo la Repubblica di Lucca si trovava impegnata militarmente contro Firenze e fu costretta ad imporre nuove tasse che andarono a gravare sulla popolazione che decise di ribellarsi a Castiglione per schierarsi a favore della signoria d’Este. Da qui comincia la storia di Gragnanella estense come comune della nuova Vicaria di Castelnuovo.

Gragnanella, dal punto di vista religioso dipendeva dalla Pievania (luogo in cui i fedeli si recavano per pregare, per ricevere i sacramenti e per consegnare le decime tasse da pagare che in buona parte finivano al Vescovo) di S. Giovanni di Fosciana. Questo si dimostra come conseguenza del fatto che Gragnanella non aveva ancora una chiesa che, però, sorgerà poco più di un secolo dopo, nel 1168, e sarà consacrata a San Bartolomeo di Gragnana. Con il passare degli anni furono emanate alcune Bolle contenenti ordinanze di ristrutturazione dell’edificio per la presenza di numerose crepe, presenti soprattutto nel coro, dovute all’instabilità del terreno. Per questo agli inizi del ‘600 la chiesa si presentava con l’aspetto di oggi.

Il più antico rettore della nostra chiesa fu Baldassarre Bartolomei che la resse per 37 anni, poi va ricordato Antonio Bertoni come uomo dotto e molto attaccato al bene della propria chiesa e dei propri fedeli. Infatti, va a lui il merito della presenza di un Crocifisso cosi maestoso, cosi solenne: in salice selvatico e di epoca barocca. E’ si… il nostro Crocifisso nasce proprio da una visione del Bertoni che vide, appunto, una luce sulla collina di fronte al paese di Gragnanella e per meglio intendersi diciamo al “Castello”. E in questo luogo , poco tempo dopo, sorse un Oratorio con una chiesina, un campanile ed un dormitorio per il custode, dove il Bertoni decise di mettere il Crocifisso. Purtroppo questa grande opera, venerata con tanta devozione, fu motivo di rivalità con gli abitanti del paese di Sillicano, proprio in merito al suo possesso perchè il Crocifisso era considerato miracoloso. I contrasti nascevano, più che altro, per motivi di confini territoriali in quanto “il Castello” , pur trovandosi nel territorio di Sillicano, appartenne a Gragnanella per due secoli… proprio cosi: passerà a Sillicano soltanto 26 anni dopo e accenderà la collera degli abitanti di Gragnanella.

Infatti, secondo la leggenda che si cela dietro alla storia del Crocifisso, si parla di una trafugamento da parte di alcuni nostri avi che si scontrarono più volti con i vicini “sillicani”.

Ma la storia si concluse con il lieto fine (per noi), grazie all’intervento del Duca di Modena Ercole III che stabili la definitiva dimora del Crocifisso: la chiesa di San Bartolomeo.